Le statistiche sono chiare: più del 50% dei viaggiatori che vengono a Bonifacio per la prima volta, ci tornano negli anni successivi. Una fedeltà che merita alcune spiegazioni… che avrò il piacere di darvi. Quando mi chiedono che cosa mi piace di più di Bonifacio, la prima cosa che mi viene in mente è… la condivisione.

Condividere tutto ciò che so di questo posto: stupendo, divertente, particolare, autentico. Senza tralasciare nulla, senza apportare cambiamenti. Condividere tutto, la magia di una città piccola ma immensamente rinomata: la “capitale pittoresca della Corsica”, come scriveva M. Valery nel 1837.

Vi prendo per mano…

Quando incontro un viaggiatore che torna a Bonifacio, vorrei prenderlo per mano per fargli scoprire tutte quelle cose stupende che non vengono mostrate dalle guide turistiche. Certo, le escursioni al mare, la Scalinata del Re d’Aragona e il Bastione dello Stendardo sono imperdibili. Il ricordo è tale che spesso il visitatore vuole rifare, rivedere e rivivere ciò che ha scoperto a Bonifacio qualche anno prima. Proprio così, vorrei prenderlo per mano, dirgli di fidarsi di me e seguirmi, ad esempio, lungo il Cammino di Ronda che inizia vicino all’Ufficio del Turismo e conduce fino al magnifico cimitero marino, una città nella città.

 

L’incontro con gli abitanti di Bonifacio

Se potessi, lo porterei nei vicoli medievali popolati di gatti, verso alcuni posti imperdibili, e gli farei assaggiare un formaggio forte qui, mentre lì un autentico prosciutto corso dal lardo rosa e dal sottile sapore di nocciola. Vorrei prenderlo per mano e portarlo a contatto con gli abitanti di Bonifacio: quelli della città vecchia, quelli della Marina e quelli del Piale, l’altopiano calcareo ricco di fiori e profumi. Gli farei conoscere François il pescatore, François lo scrittore, François il maestro di scuola… e poi Dumé, Ange, Sauveur e tanti altri. Perché sono diversi, formidabili e affettuosi, questi abitanti di discendenza e cuore di Bonifacio.

 

Andiamo oltre

Se ne avessi il tempo, porterei il visitatore alla Trinità, il posto ideale per improvvisare un picnic che qui chiamano “spuntinu” con buon vino, buon pane, un po’ di affettati e persone felici di stare insieme: per vivere momenti all’insegna della semplicità e di infinita bellezza. Il calore del contatto umano e lo spettacolo straordinario. Sì, il massiccio della Trinità offre una vista irresistibile sulla città, la Sardegna, le Bocche di Bonifacio. Aaah, se ne avessi il tempo…

 

Per me, niente vacanze quest’estate

Però ecco: lavoro all’Ufficio del Turismo e, malgrado ciò che dicono alcuni, lavoriamo sodo. Per loro, per i nostri visitatori, per tutti. E per tutto l’anno!