In questo pomeriggio di fine novembre, le Bocche di Bonifacio sono state il luogo di una rappresentazione teatrale per sognatori inveterati.

Ho modificato il mio percorso da nord a sud, verso Pertusatu, per l’annullamento di un appuntamento previsto a Porto Vecchio. Dominando lo stretto, i raggi obliqui del sole colpiscono la costa sarda e mi inducono a fermarmi.

Cammino a passo veloce verso il bordo della falesia con i miei abiti da città su un piccolo sentiero ricoperto di ghiaia e sassi bianchi, cercando di non far impigliare l’orlo dei pantaloni di lana ai rami aggressivi di ginepro che circondano il sentiero e facendo attenzione all’astragalo perfettamente rotondo e dalle foglie pungenti che risvegliano alcuni ricordi altrettanto pungenti…

Mentre mi avvicino al bordo della falesia con la stessa prudenza, lo sguardo abbraccia lo stretto alla ricerca dei misteriosi mutamenti meteorologici.

E lì l’interpretazione delle mie percezioni è immensa. Oggi pomeriggio le Bocche di Bonifacio si sono tramutate in una sfilata teatrale assolutamente sorprendente.

Sembra che il corteo abbia lasciato le passerelle delle case di moda della capitale per godere di una scenografia naturale e ambientale all’altezza della COP21 che si svolgerà a Parigi fra 3 giorni.

In una sorta di competizione d’ingegno per creare diverse modalità di espressione, forme, variazioni di colore, strutture, sequenze diverse, le nuvole infondono un ritmo vertiginoso al paesaggio.

Un batuffolo di cotone sfilacciato, taffeta di luminosa seta, jacquard di lana, popeline di cotone stropicciato, fagotto di lana cardata o pettinata, lino grezzo e ruvido, cachemire soffice e polveroso, flanella batuffolosa, lamé di seta damascata e schiumoso crêpe trasparente: questi tessuti immaginari prendono forma in tale areopago avvolgendo calorosamente il mio sguardo.

Volubili stoffe fantasiose fanno vagare la mia immaginazione…

Dal mare cupo come l’oceano agitato al cielo azzurro intenso, il direttore d’orchestra della rappresentazione sembra valorizzare tutto ciò che può mettere in risalto questo spettacolo e renderlo più visibile sia da vicino che da lontano, adottando una sofisticata coreografia di nubi su scenari sublimati dal gioco di luce e suoni assolutamente naturali.

Invisibile a occhio nudo, osservo la costa della Sardegna attraverso il mirino della mia fotocamera 200 mm. Che spettacolo favoloso! Vedo gli irti bordi granitici del nord della Sardegna cuciti da un filo bianco di schiuma di mare e illuminati dai forti raggi del sole. Una leggera foschia di batista di lino confonde la linea dell’orizzonte. La scena si svolge a 12 chilometri di distanza.

Questo spettacolo fugace crea il mondo di uno stilista con qualsiasi mezzo. E il pubblico, rappresentato modestamente da me, è entrato in questo mondo creativo che sembra fare parte delle arti vive.

In verticale, un sottile strato di pizzo chantilly su raso di seta si posa delicatamente ai piedi delle falesie, mentre il moto delle onde spumose veste e sveste ogni scoglio con un suono assordante e drammatico. E come in tutte le sfilate, alla fine arriva il pezzo forte della collezione.

Una nuvola enorme, come un fantasma avvolto in un drappo di lana, irsuto e stravolto dalle nostre assurdità ambientali, sotto il suo minacciante abito nuziale sembra rivolgere un messaggio ai 150 capi di stato del pianeta che devono trovare un accordo finalizzato a porre un limite al riscaldamento globale.

È in grado di attraversare i confini e comunicare il suo messaggio a tutto il mondo: vorrebbe essere la parabola tra le nostre aspirazioni e i nostri insaziabili impulsi aggressivi che non tengono conto dell’impatto sulla natura.

Pronto Parigi. Messaggio ricevuto…? La sfilata delle Bocche è terminata!

Bonifacio, Corsica, Francia