Preparatevi per qualcosa di straordinario: oggi raggiungerò l’arcipelago delle isole di Lavezzi per scoprire via terra e via mare un angolo paradisiaco della Corsica: l’isola Lavezzu.

Mi alzo di buonora per prendere la prima barca che raggiunge direttamente l’isola Lavezzu, la più grande delle 7 isole (e numerosi isolotti) che formano l’arcipelago delle isole di Lavezzi. Imbarco alle 09:30 precise.

Dopo mezz’ora di navigazione costeggiando le straordinarie falesie con le case a strapiombo, le pile della macchina fotografica sono già calde. Ore 10:00: arrivo sull’isola che in effetti è una Riserva Naturale gestita dall’Ufficio dell’Ambiente della Corsica.

 

Escursione via terra prima dell’escursione via mare.

Appena sbarcati, tutti iniziano ad andare a destra. Meglio così, mi dirigo da solo sulla sinistra. Scopro una vegetazione lussureggiante con enormi rocce granitiche. Fiori gialli, blu e lì, sulla roccia… sì, non mi sbaglio, è proprio un serpente che si scalda al sole del mattino. Scatto altre foto.

 

Una strana isola: ci sono due cimiteri e una piramide.

Dopo un quarto d’ora di cammino su un sentiero segnalato, arrivo su una spiaggia da cartolina: sabbia fine, acque turchesi, l’estasi… e un piccolo cimitero inatteso e bucolico. Poco più in là, su un isolotto solitario, una lapide a forma di piramide: l’omaggio ai 700 marinai deceduti durante il celebre naufragio della Sémillante, descritto da Victor Hugo nelle Lettere dal mio mulino. Basta letteratura, partiamo per l’avventura.

 

Tutti i colori dell’arcobaleno.

Indosso le pinne, metto la maschera e mi immergo nell’ignoto. Siamo già a giugno, l’acqua è un po’ fredda, ma va bene comunque. Anzi, va benissimo: ho nuotato solo per qualche metro e vedo alcuni pesci argentati che nuotano sotto la mia maschera. Alcuni hanno un punto nero sulla pinna caudale, altri sulla testa e altri ancora hanno delle righe gialle. Lì c’è una stella marina, e poi ricci di mare, pesci blu, rossi, gialli… grandi, piccoli, lunghi, massicci… sembra di essere in un acquario gigante, senza vetro e senza limiti. Se non avessi il boccaglio, lancerei un grido di gioia.

 

Una breve camminata per asciugarsi.

Non mi piace restare sdraiato sull’asciugamano. C’è un venticello caldo e carezzevole, quindi camminerò un po’ per asciugarmi. Quella piccola baia laggiù è molto carina. E qui, proprio dietro la grande roccia, c’è un vero e proprio angolo di paradiso. Questo masso di granito mi piace molto, è davvero fotogenico e fa volare la mia immaginazione. E questo! Sembra un mammut! Lo ricorderò sempre, anche se non ho una memoria da elefante.